giovedì 20 dicembre 2012

La Cultura come Nuovo Tema Progettuale e Economico

Inserisco qui di seguito un mio piccolo saggio, sviluppato durante il corso di Progettazione Architettonica IV tenuto dal professor Aldo De Poli all'Università di Parma. Questo testo è dedicato gli edifici culturali che promuovono l'arte, l'architettura e l'intera cultura, possano contribuire a nuovi spunti per la nostra economia nazionale.



Negli ultimi anni la produzione di edifici culturali è diventato uno dei nuovi temi principali della progettazione architettonica. Essendo questo un carattere tipologico ancora nuovo la discussione in merito è molto vasta.
In questi luoghi progettati quasi esclusivamente da grandi architetti, come una volta furono i templi e le chiese, troviamo l’unione di svariate funzioni che a seconda del progettista e dei committenti possono avere delle piccole variazioni. Principalmente in questi edifici troviamo come minimo due funzioni comuni che sono quella museale e quella di biblioteca.
Il museo, come da definizione enciclopedica è il luogo in cui vengono raccolte opere d’arte, oggetti e reperti di valore storico scientifico. A seconda degli oggetti conservati all’interno del museo possiamo trovare svariate tipologie che esso può assumere. Queste possono essere: il museo d’architettura, d’arte, di storia, di scienze,…ecc.

Mart,
Rovereto,
Mario Botta
L’altra funzione importante di questi nuovi edifici è la biblioteca cioè il luogo dove vengono raccolti i libri per uso di lettura e studio. Anche in questo caso a secondo del tema trattato possiamo trovare biblioteche specializzate e biblioteche generali.
Ma lo scopo principale di queste tipologie di edificio è quello di creare un nuovo centro collettivo che deve essere in grado di dialogare con la città. Questo concetto è espresso in modo significativo nell’editoriale  del periodico del gruppo di ricerca Architettura Musei e Reti curato dal prof. Aldo De Poli che nella conclusione dice: “Il ruolo che l’architetto è chiamato ad assolvere è di affrontare una nuova progettualità concepita alle diverse scale, mirata a sciogliere problematiche inedite per edifici pensati oggi non più esclusivamente come spazi dell’esporre e del conservare, ma come nuovi luoghi pubblici, capaci di interpretare positivamente le differenti declinazioni dell’esporre. Ciascuno di questi spazi collettivi favorisce relazioni propositive tra l’edificio e la città come opera d’architettura. Ecco i nuovi fulcri culturali necessari allo sviluppo della città policentrica.”. Da questo si evince come il tema dell’architettura per un centro culturale stia diventando il nuovo obbiettivo del grande architetto. Dopo aver progettato bellissimi templi, chiese palazzi signorili e ville, ora arriva il momento in cui il progettista deve dedicarsi alle dinamiche della cultura della mostra e della formazione all’interno della città come massimo apice del suo lavoro.

MAXXI,
Roma
Zaha Hadid
Questi nuovi centri però in Italia si scontrano con una grande preesistenza di musei, che come dice il prof. Philippe Daverio nell’editoriale di Art e Dossier del maggio 2010, a differenza del mondo intero dove troviamo questi spazi espositivi fondati da pubblico e privato che acquisiscono opere, qui la maggior parte di questi luoghi sono messi a disposizione o interamente da privati o da pubblici nei luoghi di origine nei quali la collezione era esposta. Quindi troviamo spesso musei all’interno di palazzi signorili d’epoca dove vengono mostrati questi reperti a seconda del gusto del proprietario che li aveva raccolti e non secondo un metodo scientifico, cronologico o educativo.
Negli ultimi anni però nel nostro paese abbiamo visto la nascita di alcuni di questi edifici culturali. Possiamo citare il Mart di Rovereto e il Maxxi di Roma. Questi nuovi centri per la divulgazione della cultura sono in parte diversi e in parte uguali.
Il Mart principalmente è un museo di arte moderna e contemporanea che organizza mostre temporanee per promuovere la cultura dell’arte e dell’architettura al più vasto pubblico andando a creare percorsi museali che vanno dall'impressionismo fino all’architettura moderna. Oltre a questa parte accessibile alla massa, ospita al suo interno  anche un centro di ricerca collegato con molte università che effettua studi su arte architettura e museologia.
Il Maxxi a differenza del Mart nasce diviso al suo interno come due centri: uno per l’arte e uno per l’architettura. Entrambi hanno una propria collezione acquisita sia da privati che da progetti su committenza. Il centro offre anche svariati servizi culturali accessibili al pubblico come una biblioteca, una videoteca e un centro educativo alle nuove arti.
La cosa che accomuna queste due architetture sono la fama dei suoi progettisti, per il Mart è Mario Botta e per il Maxxi Zaha Hadid.Questi due personaggi sono senz’altro due delle personalità che in questo momento si trovano all’apice della loro cariera.

MoMa,
New York,
Yoshio Taniguchi
Credo che questi nuovi edifici dovranno diventare, oltre che dei poli per la cultura ,anche dei grandi magneti  per le persone del luogo e per i flussi turistici e non solo per ricercatori e persone di cultura.
In un momento come quello che stiamo vivendo dove le certezze per il futuro diventano sempre minori ,dobbiamo investire denari verso la cultura. Infatti il nostro paese  ha un patrimonio storico più importante al mondo con una concentrazione di arte e architettura e purtroppo quasi lasciato a se stesso.
 Questi centri dovranno avere servizi sia culturali che di aggregazione in modo da non creare cattedrali nel deserto frequentate soltanto in occasioni espositive, ma bensì nuovi centri della città. I servizi culturali dovranno essere biblioteche, emeroteche, auditorium, sale espositive,  punti informazioni e punti vendita di oggetti culturali.

Pierpont Morgan Library,
New York,
Renzo Piano
 Per la parte di aggregazione  fondamentali saranno le caffetterie e luoghi per lo slow food, in modo di favorire una vita meno frenetica e più votata alla riflessione culturale di diversi livelli di interesse.
 Questi interventi purtroppo nel nostro paese non sono ancora visti come investimenti a lungo termine. Basti pensare (un esempio di cui sono a conoscenza)al rifiuto da parte del comune di Verona alla realizzazione di un progetto di qualità dell’architetto Chipperfield  per il restauro del vecchio arsenale austriaco, soltanto per poter risparmiare nell’immediato, e realizzare nello stesso luogo un progetto di qualità senz’altro inferiore.Ma ciò non porterà alla città il grande flusso turistico e culturale che un’opera di tale valore potrebbe attirare. Questi edifici daranno in breve tempo dei minimi risultati, ma che nel medio e lungo termine, dal punto di vista economico e culturale, daranno nuova aria in entrambe le direzioni. Questo permetterà di formare persone colte e preparate dal punto di vista sia artistico che della cultura del luogo in cui vivono, avvantaggiando così una nuova economia del nostro paese verso obbiettivi che permetteranno la trasformazione del paese in un polo per lo sviluppo della cultura mondiale e nazionale, come lo era nel XVIII secolo quando svariati artisti scrittori ed intellettuali venivano in Italia per il Grand Tour e studiare le nostre eccellenze.
In questo obbiettivo la figura dell’architetto è principale, perché grazie ad una progettazione alle varie scale riuscirà a creare ambienti forti e funzionali, ma che allo stesso tempo dovranno fare nuova cultura per la loro bellezza e innovazione ed essere in qualche modo precursori di un nuovo modo di pensare.

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