Mentre la campagna elettorale negli Stati Uniti infiamma, mi sono messo a riflettere come l'arte abbia contribuito in gran parte alla elezione a presidente nel 2008 di Barack Obama.
Tutti noi ricorderemo le famose stampe di Frank Shepard Fairey, in arte Obey, che raffigura il candidato a presidente con un classico stile di propaganda di anni ormai trascorsi e il ricordo inconfondibile dei lavori della fotografa statunitense Barbara Kruger e alcune stampe di Andy Wharol. La cosa che però in pochi sanno è il modo in cui queste immagini sono diventate parte attiva nella campagna elettorale.
Chi conosce l'arte di Obey senz'altro sa che il suo lavoro si basa sullo spirito di azioni guerrilla, che consistono nel disseminare nelle città adesivi e poster, che creano un'effetto mediatico sull'osservatore proponendo la riflessione su alcuni temi. La sua prima campagna risalente al 1989 era intitolata "André The Giant Has a Posse ", qui per la prima volta disseminò la sua città di stickers raffigurante il lottatore di wrestling André the Giant creando un enorme effetto mediatico che si espanse in tutto il mondo.
Questo probabilmente è stato il primo cambiamento che riusci a fare il presidente Obama, trasformando la street art da fenomeno di vandalismo di alcuni decenni fa, a un'arte che oggi è riconosciuto anche dalla massa, infatti dopo essere stato eletto inviò una lettera, resa poi pubblica, dove ringraziava Obey dell'apporto creativo alla sua campagna. La lettera infine chiude con queste parole: "Ho il privilegio di essere parte della tua opera d'arte e sono orgoglioso di avere il tuo sostegno".
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